Via San Nicolò, Trieste
Via San Nicolò è un percorso ad utilizzo oggi pedonale a ridosso del sistema di piazze e spazi pubblici monumentali del centro di Trieste, dove è prima parallela di Corso Italia, tra via Dante e mare. In vera prossimità dunque delle piazze monumentali, estende al proprio calpestio l’uso di colombino ed aurisina in spessore 8 cm, rispettivamente fiammato e bocciardata.
La posa delle lastre litiche segue una regola geometrica chiara e bicroma, secondo cui a ridosso delle due quinte costruite alloggia una fascia scura di conci posati a correre ortogonalmente alla direzione di percorrenza. La dimensione nettamente prevalente del percorso e l’ampiezza pressochè costante e rigorosa suggeriscono ai progettisti di rallentare l’acquisizione visiva dello spazio con inserimenti geometrici riproposti in continuità, con cadenza regolare. Essi, perimetrati da una fascia in aurisina, a loro volta si distinguono nel loro centro per contenere elementi ancora geometrici in forma di linea o di figura, sempre realizzati in aurisina. Sia questi nel taglio delle lastre, sia i conci di riempimento in arenaria di tonalità tipicamente più scura, sempre rimarcano il centro del disegno.
Della stessa essenza lapidea aurisina sono i due bordi accompagnanti i passanti lungo tutta la via, ottenuti mediante soluzione precisamente incisa a ricavare il compluvio alla raccolta delle acque piovane.
Le riquadrature geometriche paiono occasionalmente alludere a motivi ornamentali di parete posti ad altezza di pedone nelle architetture ormai prossime al lungomare. Si crea così per la pavimentazione tipicamente bidimensionale un rimando alla dimensione dell’altezza, ad aggiungersi a quella temporale legata alla percorrenza del camminamento da parte dei pedoni, ciascuno con propria velocità, ottenendo spazio architettonico.
Nei punti topici di via San Nicolò, al sopraggiungere di altre percorrenze, si segnala la realizzazione nei medesimi tipi litici di elementi dedicati all’indicazione degli attraversamenti su strada carrabile e specialmente alla fruizione degli ipovedenti.